Si avvia alla chiusura la raccolta attraverso cui Alibert 1967 SpA, proprietaria dello storico marchio della pasta ripiena, sta coinvolgendo nuovi soci-investitori online per alimentare il proprio percorso di crescita che ha come obiettivo la quotazione in Borsa.
L’offerta ha finora raccolto da 27 investitori oltre 290 mila euro, importo ben al di sopra dell’obiettivo minimo della raccolta, fissato a 200 mila euro. Si tratta di un risultato significativo se si considera che solo tre anni fa, a seguito della crisi della società allora proprietaria del marchio Alibert, si era reso necessario l’intervento di un gruppo di manager che hanno acquisto marchio e stabilimenti per intraprendere un cammino per il rilancio di questa importante realtà imprenditoriale del settore food. Tra i nomi noti di questa cordata figurano Valentino Fabbian, manager con alle spalle un’esperienza trentennale nel gruppo Cremonini, suo fratello Angelbruno, Pierluca Mezzetti, e Fulvio Conti, oggi presidente di TIM SpA.
I primi risultati di questo nuovo corso sono stati positivi: il fatturato della società è cresciuto dai 5,8 milioni di euro del 2016 ai 10,5 milioni del 2018 e oggi la società annovera tra i propri clienti molti dei principali della GDO. È notizia recente l’ulteriore rafforzamento sul mercato europeo grazie a ordini ricevuti negli ultimi mesi da nuovi clienti e distributori, dai quali la società si attende ordinativi annui complessivi per oltre 1 milione di kg di prodotti. Sul fronte produttivo, la società potrà contare, oltre che sullo storico stabilimento di Preganziol in provincia di Treviso, sugli asset del Pastificio Bolognese, di cui Alibert sta rilevando gli asset attraverso una propria controllata.
La conclusione della raccolta online, condotta sul portale di equity crowdfunding WeAreStarting.it, è prevista per il 4 ottobre. Fino a quella data, gli investitori potranno diventare soci di Alibert 1967 con un investimento da 924 euro in su e, dato che la società è classificata come PMI innovativa, accedere al beneficio fiscale del 30% (o addirittura del 40%, se la Commissione Europea approverà l'innalzamento previsto dall'ultima Legge di Bilancio). Per il portale bergamasco si tratta della quinto caso di successo a favore di società italiane dell’agroalimentare, dopo le tre offerte della PMI pugliese PrAliNa (per un importo totale di 730 mila euro) e quella della startup torinese Suqqo, conclusasi con una raccolta di 169 mila euro. Segno che le imprese del settore food & beverage, segmento trainante del made in Italy, laddove coniugano tradizione e innovazione, sono in grado non solo di incrementare il proprio giro d’affari, ma anche di attirare l’attenzione degli investitori online.
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