Startup e innovazione

A DIGITALmeet 100 cose in cui il digitale ci ha migliorato la vita

Roma  - La trasformazione digitale è talmente pervasiva da non farci rendere conto di quante abitudini ha modificato. In alcuni casi il passaggio dall’analogico al digitale è stato rapido e intuitivo, in altri non è ancora iniziato, anche perché molti cittadini non sono nemmeno al corrente delle nuove soluzioni offerte dall’innovazione tecnologica. DIGITALmeet, il grande festival di Fondazione Comunica e Talent Garden Padova sull’alfabetizzazione digitale, ha voluto fare il punto della situazione con Paolo Gubitta, docente di Organizzazione Aziendale e direttore scientifico dell’Osservatorio Professioni Digitali all’Università di Padova. Il risultato è 100 cose in cui il digitale ci ha migliorato la vita, una rassegna di attività più o meno comuni che stanno entrando nella vita quotidiana di tutti i cittadini o che presto ci entreranno. Infatti tutte le attività elencate sono già praticate, anche se solo alcune di queste sono già ampiamente diffuse.

Lo studio, disponibile sul sito www.osservatorioprofessionidigitali.it, divide le 100 attività legate al digitale in quattro aree. Ecco una sintesi area per area.

Vita privata e familiare: l’elenco comprende la casa domotica che permette di controllare accessi, luci, riscaldamento e molto altro tramite app, lo smart metering che permette la lettura puntuale del contatore, l’accesso da remoto alle pagelle scolastiche dei figli e la dichiarazione dei redditi online.

Lavoro ed esperienze professionali:
oggi i lavoratori possono usare strumenti digitali per scaricare le buste paga, elaborare un piano welfare su misura, controllare lo stato di usura delle batterie di avviamento e controllare la presenza del personale stanza per stanza.

Relazioni sociali: il digitale consente di pagare il biglietto del parcheggio esattamente per il tempo di occupazione del posto, di conversare con i propri cari in videochiamata dal letto d’ospedale, rende disponibili le attività formative in modalità online e quantifica l’attesa dei clienti in coda allo sportello.

Rapporto con la Pubblica Amministrazione: digitale vuol dire prenotazioni online, ricette mediche con i codici per prenotare una visita o acquistare un farmaco e referti scaricabili via web, senza dimenticare che oggi gli automobilisti possono controllare online il saldo della loro patente a punti.  Lo studio misura anche i benefici del passaggio dall’analogico al digitale in termini di costi e tempo, per far capire non solo come il digitale ci ha migliorato la vita, ma anche quanto. Qualche esempio?

Le riunioni di lavoro: le stime dicono che il 15% di quelle in presenze sono del tutto inutili, stressano le persone e non generano i benefici attesi, tanto che il 22% dei partecipanti passa il tempo a inviare mail e messaggi; tutto ciò comporta diversi costi nascosti, che si possono abbattere adottando dei sistemi di collegamento in video-conferenza.

E poi lo smart working: secondo le stime, chi lavora in versione smart uno o due giorni alla settimana risparmia circa 1.200 euro all’anno. Oltre a conciliare lavoro e vita personale, favorendo benessere complessivo delle persone, lo smart working dunque impatta in maniera positiva anche sul bilancio familiare.

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