Padova - Dallo sguardo di un ritratto fin dentro la più profonda psicologia umana. Tanti sono i misteri che si possono indagare attraverso l’arte di fissare su tela un istante di vita individuale. A raccontare questo mondo di subconscio liberato ci prova attraverso il libro “Il ritratto a colori” Nicoletta Belli, artista originaria delle Dolomiti ma residente nella provincia Padova che negli anni ha sviluppato una vera e propria passione per la ritrattistica fino a farne uno strumento di indagine psicologica.
Ne “Il ritratto a colori” uscito da pochissimo, spiega come è nata la sua passione per l’arte e come riscattare la propria bellezza interiore ed esteriore attraverso la pittura. «Il ritratto è una delle modalità comunicative più delicate - spiega Belli - riportare su tela l’unicità di una persona è ben diverso ad esempio dal fotografarla. Mette il soggetto a confronto con i propri pregi e difetti, con le caratteristiche che lo rendono differente da tutti gli altri, lo costringe ad accettare questa diversità».
Uno specchio materiale e spirituale, come insegna anche Dorian Gray, personaggio immortale di Oscar Wilde costretto a fare i conti con se stesso a causa del suo ritratto che lo tormenta. «Forse il ritratto per antonomasia è quello della Monna Lisa di Leonardo - continua l’artista - il cui misterioso sorriso affascina studiosi e storici da oltre 5 secoli. Poi pensiamo a Van Gogh, autore di ben 37 autoritratti espressione di uno stato d’animo inquieto e tormentato».
Belli ha spostato quindi la sua decennale ricerca artistica nella direzione dell’analisi psicologica attraverso la pittura e il colore, scoprendo risultati estremamente affascinanti. «Parto dalla conoscenza diretta del vissuto del committente - dice Belli - In questo modo posso selezionare i colori attraverso gli studi del cerchio di Itten che ne colgono le sfumature e gli effetti sul vissuto quotidiano. Importante è stato lo studio dell’astrattismo che assegna alle tinte la profondità degli stati d’animo e delle emozioni. Molte persone hanno paura del proprio ritratto, ad accettarlo, ad osservare le proprie paure ma se si riesce a liberare questo lato oscuro si possono scoprire anche nuovi aspetti che non ho paura a definire spirituali».
L’idea di racchiudere tutto in un libro non è nata semplicemente: «All’inizio non me la sentivo - conclude l’autrice - sono abituata ad esprimermi con i pennelli, non credevo che la scrittura potesse essere mia alleata. Ma poi ho pensato che la maggior parte delle persone non conosce le implicazioni che si celano dietro un ritratto e avevo il desiderio di comunicarlo perché tramite questa pratica è possibile affrontare molti stati emotivi a attuare una vera e propria crescita personale».