Alla luce dell’emergenza Coronavirus che sta mettendo in ginocchio alcune aree del nostro Paese, è necessario che il Governo e le parti sociali avviino attività di confronto permanente per individuare provvedimenti in grado di limitare l’impatto che l’emergenza sanitaria e le stringenti norme a tutela della salute pubblica avranno non solo sull’economia delle cosiddette zone rosse, ma dell’intero territorio nazionale. Senza adeguate misure a sostegno delle imprese, soprattutto quelle medio-piccole, fisiologicamente più esposte ai fenomeni emergenziali e di crisi, si rischiano ricadute economiche e costi sociali, anche in termini occupazionali, di difficile gestione.
“Bisogna, innanzitutto, sostenere le PMI delle zone colpite dal contagio, sospendendo i tributi e gli adempimenti, estendendo alle imprese con meno di 15 dipendenti il Fondo di integrazione salariale con procedura semplificata, facilitando l’accesso al fondo centrale di garanzia e al fondo per le piccole e medie imprese, adottando misure preventive anche per le aziende che al momento non operano nelle zone di alto contagio ed, infine, rinviando l’entrata in vigore del codice della crisi d’impresa” – dichiara il Segretario Generale Federterziario, Alessandro Franco.
“Ma oltre alle misure volte a contrastare l’emergenza, è indispensabile programmare interventi a medio-lungo termine che tendano a limitare le ricadute dell’emergenza stessa sul settore turistico (che ha già registrato una media di disdette pari al 35/40%), culturale, dei pubblici esercizi, della logistica e dell’import-export, attraverso azioni di promozione e di rilancio del Made in Italy e dell’offerta turistica. Occorre, inoltre, pianificare un sistema di indennità per i lavoratori autonomi, e varare norme specifiche per le imprese che si trovano in aree di crisi, quali la sospensione o la proroga delle scadenze fiscali e contributive, la riduzione dell’Ires, e la riduzione delle tasse di ancoraggio nei porti”.
“Sul fronte occupazionale riteniamo vadano introdotte misure aggiuntive rispetto a quelle già varate in tema di ricorso allo smart working nelle aree di rischio, prevedendo il ricorso al lavoro agile anche in assenza di un accordo individuale ed in deroga ai limiti percentuali stabiliti dai contratti collettivi e dalla legge”.
“Infine - continua il Segretario Generale Franco - è necessaria un’azione di contrasto ad atteggiamenti speculativi e di sciacallaggio e un’accelerazione delle procedure di semplificazione della Pubblica Amministrazione che trasformi l’emergenza sanitaria in un’occasione per determinare un cambio di rotta nei rapporti tra cittadini, imprese e Istituzioni”.
Federterziario darà il proprio contributo in questo momento di crisi per affiancare le imprese delle Regioni più colpite dal contagio (circa 2.107.131, di cui il 94,31% ha meno di 9 dipendenti), facendosi portavoce nei Tavoli di confronto delle esigenze delle PMI che rappresenta e mettendo a punto iniziative specifiche concordate con i vari soggetti istituzionali a livello territoriale.
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