I produttori italiani mostrano un approccio ibrido all'innovazione, che combina la creazione di nuovi prodotti e servizi con strategie di riduzione dei costi: il 68% degli intervistati in Italia adotta entrambe le strategie per innovare, sottolineando l'adattabilità e l'agilità del settore nell'affrontare sfide complesse.
Quasi la metà (49%) degli intervistati individua nella stretta collaborazione con i clienti il proprio punto di forza principale, la risposta più alta tra i paesi europei intervistati. Questa collaborazione si riflette anche nella convinzione che una visione e obiettivi condivisi (48%) siano parte integrante di un'innovazione di successo, in netto contrasto con Francia (27%), Germania (28%) e Svezia (27%).
A differenza di molte altre aziende europee, i produttori italiani non considerano la carenza di competenze come il principale ostacolo all'innovazione: solo il 34% la cita come ostacolo principale, contro il 44% e il 43% rispettivamente di Germania e Francia.
Il 42% considera invece i vincoli di budget e di risorse come la principale preoccupazione.
In contrasto con la prospettiva britannica di istituire una settimana lavorativa di quattro giorni in loco, l'Italia si allinea alla Germania (62%) con il 60% degli intervistati che ritiene che una settimana lavorativa di cinque giorni sia ottimale per la generazione di idee e la risoluzione dei problemi; nonostante il 60% degli intervistati ritiene che un maggior grado di flessibilità lavorativa sia positivo per la capacità di innovazione della propria azienda.
Creatività umana e adozione della tecnologia. Il settore manifatturiero italiano dà molta importanza alla creatività umana, con il 57% che ritiene che la necessità di creatività sia talvolta messa in ombra dall'entusiasmo per le nuove tecnologie come l'IA - la risposta più alta tra i paesi europei intervistati. L'apprezzamento per le capacità umane si riflette ulteriormente nell'adozione limitata dei cobot, con il 40% degli intervistati che non lavora con i cobot e il 48% che ritiene che i cobot abbiano una velocità di lavoro inferiore a quella umana.
Il report prosegue analizzando gli impatti della pandemia sull'industria manifatturiera. Più della metà (52%) degli intervistati ritiene che la pandemia abbia sostenuto l'innovazione e stimolato il cambiamento.
Un dato particolarmente interessante emerge per quanto riguarda la supply-chain: 55% dei produttori italiani dà la priorità al friend-shoring per la ristrutturazione della catena di approvvigionamento.
Matteo Carola, Country Manager per l’Italia di Protolabs commenta: “I trend di innovazione del settore manifatturiero italiano emersi dalla nostra indagine dimostrano la capacità di combinare tradizione e modernizzazione. Sebbene i vincoli di budget e la cautela nello sperimentare possano rappresentare un ostacolo, l'enfasi posta dall'Italia sulla creatività umana e sulla flessibilità del lavoro rappresentano dei punti di forza unici di buon auspicio per la continua presenza dell'Italia nel panorama manifatturiero mondiale”.
Il report è accessibile al seguente link: https://esplorare.protolabs.com/innovazione-nellindustria-manifatturiera-italiana/
Economia e finanza