“Inserire le foglie e le infiorescenze non stupefacenti della canapa industriale sotto la legge 309/90 quindi il testo unico degli stupefacenti ci sembra assurdo” afferma Mattia Cusani, rappresentante istituzionale di Canapa Sativa Italia, l’associazione con il più alto numero di iscritti che ha lanciato il ricorso al TAR appoggiata subito dalle Associazioni Sardinia Cannabis e Resilienza Italia Onlus e successivamente anche da Federcanapa. "Queste disposizioni sono anche un’evidente restrizione dell’organizzazione del mercato comune europeo: limitando coltivazione e prima trasformazione dell’intera pianta che in diversi paesi europei (e non solo) sono già assodate, obbliga i consumatori, i commercianti e i produttori italiani a importare dall’estero. Questo ricorso è un intervento mirato a salvaguardare gli operatori attivi e operanti in Italia: lavorando con la pianta nella sua interezza e nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale, non dovrebbero subire alcun tipo di limitazioni nell’ambito delle loro attività.” continua Cusani.
Il testo del decreto impugnato è lo stesso che a giugno 2021 aveva trovato ferma opposizione da parte delle associazioni di settore e delle più importanti associazioni dell’agricoltura - tanto da persuadere il Ministro Patuanelli a optare per un rinvio. Da molto tempo esiste un tavolo di filiera della canapa presso il Mipaaf di cui le associazioni fanno parte assieme ad altre realtà ed enti pubblici. "Le disposizioni sulla canapa inserite all'ultimo dal Ministero della Salute nel decreto officinali già pronto da tempo sono in evidente contrasto con più fonti anche di rango superiore: con la legge 242 del 2016, con la single convention oltre che con le recenti sentenze della Corte Europea.Non comprendiamo come si possa approvare un decreto che fermerebbe il comparto per darlo in mano a pochissimi, senza alcun confronto o comunicazione al tavolo tecnico o con le parti. C’è ancora tanto lavoro da fare: la raccolta fondi per il ricorso e per gli studi a supporto non è ancora terminata, ma l’udienza di ieri è una prima vittoria che permetterà finalmente di affrontare il tema con le evidenze scientifiche anziché con i preconcetti e gli slogan politici. Questa pianta con i suoi molteplici principi attivi non stupefacenti ha numerose proprietà benefiche e un grande potenziale che all'estero si è compreso forse un po' meglio che da noi" conclude Mattia Cusani.
CSI ringrazia tutti gli operatori e le associazioni che hanno contribuito.
Coloro che volessero partecipare con una donazione libera possono farlo al conto corrente creato ad-hoc dalle associazioni intestato all’Avvocato Giacomo Bulleri (IBAN: IT62Z0846113900000010990089; Causale: Donazione Ricorso TAR – CSI).
Canapa Sativa Italia (C.S.I.) è l’associazione nazionale che unisce tutti gli operatori del settore della canapa dal mondo agricolo alla trasformazione fino alla distribuzione su tutto il territorio nazionale. Sui social network dal 2014 grazie all’unione di numerosi operatori di tutti i comparti della filiera, ha trovato concretezza quattro anni dopo -il 15 luglio 2018- diventando una realtà totalmente rappresentativa del settore: dai coltivatori ai commercianti, dai trasformatori al comparto analitico fino ai tecnici legali e ai professionisti delle attività collegate. Canapa Sativa Italia conta oggi un numero sempre crescente di realtà che si impegnano nella cooperazione e nello sviluppo del settore e siede al tavolo tecnico istituito presso il Mipaaf.
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