Mostra personale X-RAYS & sOuLrroundings di Federica Scoppa a cura di Arte Bellariva
inaugurazione 16 luglio ore 17, alla presenza del Sindaco Giampiero Fossi
Sala dell'Affresco, Comune di Signa
Piazza della Repubblica 1, Signa (Firenze)
Piazza della Repubblica 1, Signa (Firenze)
dal 17/7 al 26/8/2022
lun, merc, ven 9-13, mart, giov 9-16
A Federica Scoppa piace farsi i raggi X. Una macchina che legge il livello di benessere o di malessere di un organo o di una parte di esso è qualcosa di straordinario. L’ unica cosa che la macchina non sa, perché ancora oggi questi apparecchi non sanno leggere le emozioni, è che Scoppa le fa per darsi sicurezza. Il gesto di andare a fare una lastra la accompagna nell’incertezza della vita, il testimone (i raggi X) diventa àncora del proprio esistere su questa terra, diventa testimone della lontananza temporale della propria dipartita. È una lotta tra la vita e la morte: la paura della fine mette l’artista nella condizione errante di andare“a farsi una lastra” e rimanere aggrappata alla stessa per un rifiuto inconscio dello scorrere del tempo.
Pochi anni fa Scoppa ha deciso di rendere pubblica questa sua condizione bulimica e creare con le lastre accumulate nel corso del tempo delle opere d’arte che collegassero la vita, la nascita, l’attaccamento ad essa, l’amore per lei, il suo mistero. Ha dipinto sulle lastre radiologiche con gli smalti una cellula che incontra gli spermatozoi, una cellula di un virus, una cellula che attraverso i colori è legata alla natura del nostro pianeta, alla terra, al mare, alle piante. Su altre composizioni di fiori. Sulle rimanenti il mondo marino: le onde e le anemoni di mare. Con il loro movimento causato dalla corrente richiamano gli esseri umani: sono attaccate alla roccia, quindi in senso metaforico alla vita, ma non posso evitare le correnti marine, come gli esseri umani non possono evitare gli accadimenti della vita e il completo cambio di direzione dei loro progetti. Le opere si possono osservare da entrambi i lati, ma quello che si vede da un lato non è quello che si vede dall’altro. Un gioco delle apparenze come lo è la vita stessa.
Qui di seguito alcuni estratti dei testi critici. Le opere di Federica Scoppa vivono in una dimensione arcana e misteriosa dialogando nel sotteso silenzio della figurazione tramite un'alchemica sintesi delle tonalità. Una silente linfa vitale fluttua nell’oscura atmosfera come un’irrevocabile danza plasmando lo spazio attorno oltre i confini trasfigurati dell'essere. La luce pervade l’atmosfera astratta e irripetibile, rarefatta e misteriosa nella pura iridescenza della luminosità. Vitree trasparenze, dai riflessi simultanei, evocano nuove e delicate trasmutazioni di materia, ora fragile e in via di evaporazione, ora travolgente e impetuosa. (testo Prof. G. Guarneri)
… Ciascuna lastra radiologica è un mondo fatto di tante particolarità e specificità che lo rendono unico, ma nella sua individualità è stata pensata come parte di un insieme più grande, di un universo di molti e molti altri mondi tutti collegati, tutti uguali nella loro diversità. … (testo C. Corbò)
… Scoppa altera la visione di ciò che c'è oltre la lastra radiologica inducendo lo spettatore a una libera interpretazione di ciò che vede cercando quella “tridimensionalità dell’Io” che solo l'arte sa donare. Guardare attraverso la lastra vuol dire guardare oltre la dimensione materiale alla ricerca di quella dimensione meta-fisica proposta con l'avvento delle cattedrali gotiche, con il connubio tra verticalità e spiritualità che richiama il “filo sottile” che collega l'essere umano a Dio. … (testo E. La Rosa)
… Il cerchio che dà vita alle tante “cellule”, della serie CELLS, dipinte da Federica Scoppa richiama nella sua chiusa perfezione l’idea della ciclicità, il ritmato fluire del tempo che si perpetua e, contemporaneamente, si rigenera dando vita a qualcosa di sempre nuovo e irripetibile. Lo stesso richiamo alla riproduzione ciclica lo ritroviamo nel simbolo dell'Uroboro, il serpente che mordendosi la coda va a formare proprio un cerchio così da rigenerarsi continuamente. Scoppa parte dunque da questo principio-forma, dalla forma circolare che campeggia per affidare ai vivaci e nervosi filamenti di colore il racconto della potenza generativa della cellula, che sta alla base della vita. … (testo L.Panetti)