Milano - L’industria europea dello spazio dà lavoro a 230 mila persone, con ricavi per circa 60 miliardi di euro, un volume d’affari secondo solo agli Stati Uniti. Di questi ricavi, il 70% deriva dalla fornitura di servizi, mentre il 30% dalla costruzione di lanciatori, satelliti e strutture a terra. Nel 2019, il budget europeo relativo allo spazio era di 9,3 miliardi di euro, dei quali 7,8 miliardi provenienti dai budget nazionali e 1,5 miliardi dal budget dell’Unione. Per il periodo 2021-2027 sono, invece, previsti 14,8 miliardi per rafforzare la posizione dell’UE come leader del settore, tramite EGNOS/Galileo (navigazione satellitare), Copernicus (osservazione della Terra) ed altre componenti da sviluppare (e.g. secure connectivity).
La space economy italiana genera, ogni anno, un indotto di 370 miliardi di euro, che diventeranno 500 entro il 2030. Lo spazio, infatti, ci appare come un qualcosa di esoterico, ma in realtà influenza la nostra vita di tutti i giorni: nell’agricoltura 4.0, nella tutela dell’ambiente, nella gestione delle emergenze, nella geo-localizzazione e nelle telecomunicazioni. L’Italia considera, giustamente, l’economia dello spazio come uno dei propulsori della crescita economica: i dati di molte ricerche internazionali infatti ci confermano che, per ogni euro speso, tra 4 e 11 ne vengono creati. Molto si è parlato di venture capital; ora è il momento di pensare al private equity come strumento di supporto e di trazione alle pmi italiane.
Alessandro Sannini, presidente di Twin Advisors, commenta: “C’è una galassia di pmi in Italia che rappresentano l’80% della filiera italiana, di cui il 40% piccole e medie, che sono la linfa vitale di un’industria molto dinamica e di lunga tradizione. Molte di questi non sono solo nel settore aerospaziale, ma anche nel settore automotive e comunque nell’advanced manufacturing. Con il private equity si può fare politica industriale attiva, creando traiettorie dedicate e sicure per il venture capital, che diventerà parte di una virtuosa strategia di corporate venture che sia di ulteriore supporto alla crescita e alla leadership della filiera italiana in chiave europea e atlantica. Il tutto con un buon mix tra capitali pubblici e privati supportati nelle exit da Euronext, che sia in Italia che in Europa è un ottimo punto di incontro tra pmi ed investitori sofisticati ed interessati. L’Europa ha già messo a fuoco questo verticale e credo che lo supporterà con strumenti forti e flessibili”.
Ugo Celestino, Policy Officer for Space Research, Innovation and Start-ups @DG Defence Industry & Space, European Commission, sottolinea: “ Da qualche tempo, con l’avvento del New Space anche in Europa ed in Italia, abbiamo sempre più investitori privati interessati al settore spaziale, sia upstream che downstream. Direi addirittura che comincia ad abbondare il seed & early funding, mentre quello che ancora scarseggia sono gli investitori per i round successivi, quando le aziende non sono più startup e devono fare il salto di crescita (anche tramite acquisizioni), quando cercano tranches di finanziamento superiori ai 20, 30 e pure 50M€. La Commissione Europea infatti sta lavorando per lanciare nel 2022 il CASSINI Growth Fund (dal nome della nostra iniziativa per sostenere l’imprenditoria space-based) un fondo di fondi che in totale mobiliterà almeno un miliardo di euro, investendo appunto anche in fondi di private equity capaci di accompagnare l’espansione delle pmi”.
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