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Nel torrido agosto italiano nasce la Birra CBD JustMary: ricetta unica e artigianale

JustMary.fun, la più importante società italiana di delivery di canapa legale in grado di consegnaremarijuana light in meno di 60 minuti dall'ordine, lancia la Birra alla cannabis light.

“Sempre più spesso i nostri clienti ci hanno chiesto, negli ultimi anni, di diversificare il prodotto - racconta Matteo Moretti, CEO di JustMary - Si tratta di una scelta importante per la nostra azienda, che abbiamo studiato sulla base delle richieste del mercato ma senza snaturare il nostro posizionamento nel business della cannabis legale”.  

Dalla cannabis light alla birra CBD. La scelta di JustMary cade quindi sulla birra alla canapa: non una scelta qualsiasi però. JustMary ha deciso infatti di puntare con decisione sulla birra artigianale, che sarà commercializzata in tutta Italia proprio con marchio JustMary. “Il periodo estivo è ideale per lanciare la nostra birra alla cannabis CBD, che avrà il pregio di incontrare i gusti di una platea molto ampia, ben oltre i consumatori della canapa legale" spiega Moretti.   

La collaborazione con Birrificio 620 Passi. Lo sviluppo della ricetta e della produzione sono state affidate a Birrificio 620 Passi, specializzato nella realizzazione di prodotti unici e di altissima qualità che proprio nelle scorse settimane ha aperto alle collaborazioni con partner anche di altri settori. “Birrificio 620 Passi è la più grande comunità italiana di amanti della birra artigianale - racconta Riccardo Caliari, CEO del Birrificio - Il nostro è un progetto condiviso, e siamo lieti di mettere competenze e capacità produttive a disposizione di un partner ambizioso e visionario come JustMary”.   

JustMary e Birrificio 620 Passi, due storie che nascono dal crowdfunding Forte del successo della sua campagna raccolta su CrowdFundMe, in chiusura nei prossimi giorni, il Birrificio 620 Passi infatti ha già raccolto 200.000 euro da quasi 140 investitori, qualificandosi come il round di crowdfunding nel settore migliore di sempre in Italia, vero e proprio birrificio condiviso anche nell’azionariato. Si tratta del più importante caso di successo nel settore delle birre in Italia. La campagna è in fase di chiusura. Per investire è sufficiente cliccare su https://www.crowdfundme.it/projects/birrificio-620-passi/ e scegliere l’importo da versare.  


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JustMary
JustMary è il primo servizio di delivery in Italia di cannabis legale, ganja e marijuana light. Il servizio di consegna è garantito in soli 45 minuti in maniera completamente anonima e gratuita. Il servizio di delivery di JustMary è attivo a Roma, a Milano e hinterland, Monza, Firenze e Torino.  

Birrificio 620Passi
Fondato nel 2015,a Marano Lagunare, in Friuli Venezia Giulia, il Birrificio 620Passi è una PMI innovativa che mira a conquistare il mercato italiano delle birre artigianali seguendo un business model di successo in molti Paesi esteri. Nel 2019 ha fatturato circa 100mila euro, ha stretto i primi accordi commerciali e realizzato un nuovo impianto produttivo in grado di aumentare la produzione fino a 5mila hl l’anno.
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OPISAS – Il punto sull’andamento economico degli Stati Uniti

Milano  – Vediamo dunque, grazie all’approfondita analisi elaborata dall’Osservatorio OPISAS - gruppo internazionale specializzato in portafogli residenziali con focus su immobili accessibili e già affittati esclusivamente negli USA che dal 2008 ha transato più di 3.800 proprietà, che cosa ci dicono veramente le più recenti informazioni sull’andamento economico degli Stati Uniti. Spoiler alert: il mercato residenziale USA supera le aspettative.

Recentemente molta attenzione è stata rivolta al dato legato alla proiezione annualizzata del secondo trimestre 2020 per il PIL (Prodotto Interno Lordo) USA, che risulta essere del 32,9% inferiore rispetto al medesimo valore dell’anno precedente.
Va da sé che, in particolare per i non addetti ai lavori o comunque per il grande pubblico, questa indicazione possa risultare poco chiara e di difficile contestualizzazione, generando perplessità.
Lo scopo di questo report è proprio cercare di fare un po’ di chiarezza sulla questione.

Il “-32,9%” relativo agli USA di cui tutti parlano adesso è la proiezione annualizzata del valore registrato per il secondo trimestre del 2020 e quindi rappresenta, innanzitutto, un’istantanea della situazione economica americana non attuale, ma tra i 5 e i 2 mesi fa.
Inoltre, per dirla in un altro modo: se il PIL USA seguisse l’andamento che ha avuto nel secondo trimestre del 2020 per 12 mesi, allora il valore che ne risulterebbe sarebbe del 32,9% inferiore rispetto al PIL dell’anno precedente.
Come rilevato anche da osservatori attenti ed autorevoli, per esempio la CNN, la contrazione non annualizzata del PIL USA tra aprile e giugno 2020 corrisponde, invece, ad una riduzione del 9,5% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Valori che sicuramente non lasciano indifferenti, ma che d’altro canto sono causa diretta delle misure anti COVID-19 adottate.
Per intenderci, il trimestre in questione è quello che comprende aprile, maggio e giugno e nel corso del quale sono state messe in atto le misure restrittive più dure e generalizzate per contrastare la pandemia da COVID-19. Queste misure, come in altre parti del Mondo, hanno portato alla sospensione forzata di interi settori produttivi con un effetto immediato sui consumi e sul PIL.

Grande scalpore hanno suscitato i dati USA, tanto da non cogliere cosa invece sta succedendo in altri sistemi-paese e quindi, paragonando le varie situazioni, trarre le debite conclusioni.
La pandemia di Coronavirus ha inferto un duro colpo all'economia della Germania e il PIL tedesco è sceso del -10,1% nel secondo trimestre del 2020, secondo gli ultimi dati economici diffusi.
Anche per l’Italia peggiorano le stime della Commissione europea sul 2020 funestato dal Covid: il Pil 2020 in Italia scenderà a -11,2%, il peggior calo dell'Unione. Dati che arrivano mentre l'Istat – il principale istituto statistico del paese, fotografa il dramma delle aziende italiane: il 38,8% è a rischio sopravvivenza. Nascosta in quest’ultima previsione dell’Istat c’è un altro dato da brividi che riguarda il lavoro in Italia: a fine 2020 in Italia infatti ci saranno 2 milioni di occupati in meno e 1 milione di inattivi in più che nemmeno cercano lavoro. Si tratta di un calo senza precedenti per il mercato del lavoro italiano riportando il paese ad un numero di occupati inferiore a quello dopo la crisi del 2008. E nonostante un certo recupero nell'anno successivo, a fine 2021, a due anni dall’epidemia di Coronavirus, l'Italia si ritroverà ancora con 1,1 milioni di posti di occupati in meno.
Al PIL di Spagna e Francia non va tanto meglio: rispettivamente -10,9% e -10,6%.
Se andiamo invece a vedere cosa succede nell’America Latina scopriamo che l’Argentina non è riuscita a pagare i circa $ 500 milioni di interessi sul suo debito obbligazionario, pagamento che era già stato posposto. È la seconda volta dal 2000 che il paese latinoamericano è di fatto in default.

Ritornando agli USA, invece, grazie alla loro economia così dinamica, dati storici alla mano, l’effetto è stato repentino come è da aspettarsi, e in parte si sta già verificando, lo sarà la ripresa.

Ad onor del vero, poi, va detto che molti esperti si aspettavano una contrazione annualizzata del PIL pari al 34,6% - anziché al 32,9% - per il trimestre in questione. 

Quindi, per approfondire l’analisi, possiamo ragionevolmente partire da tre assunti:
- Si tratta di una contrazione ampiamente prevista.
- I dati reali, seppur di poco, sono migliori di quanto alcuni paventassero.
- Grazie alla sua dinamicità strutturale l’economia americana sembra rispondere meglio alla situazione contingente rispetto alla maggior parte delle economie occidentali.

La lettura del PIL annualizzata su un trimestre può quindi facilmente creare una percezione distorta, specie tra i non “addetti ai lavori”.
Il New York Times ha pensato bene di svolgere un servizio pubblico e venire incontro ai propri lettori proponendo un esempio concreto, che parafrasiamo qui di seguito: se al lavoro ricevi, oltre al salario mensile, un bonus da $ 500 una tantum, questo non si traduce in un incremento di reddito salariale di $ 6.000 all’anno”.
Situazioni eccezionali, come un bonus occasionale od il secondo trimestre del 2020, non vanno confusi insomma con tendenze o dinamiche di lungo termine.

La tenuta complessiva del sistema americano e le basi per la sua ripresa sono del resto già visibile da una serie di dati tra cui quelli divulgati dal BEA (Bureau of Economic Analysis, un’agenzia federale dipendente dal Ministero del Commercio USA che elabora statistiche macroeconomiche e di settore):
- Il reddito personale disponibile è aumentato di $ 1.530 miliardi, pari al +42,1%, nel secondo trimestre 2020, rispetto a un aumento di $ 157,8 miliardi, (3,9%) nel primo trimestre.

Appare dunque evidente come gli aiuti erogati dal governo abbiano contribuito a raggiungere l’obiettivo di mantenere (quando non addirittura incrementare) la “potenza di fuoco” dei consumatori americani, consentendo loro di pagare regolarmente gli affitti e di alimentare, con la ripresa dei consumi, il rilancio dell’economia atteso già nel corso del terzo e quarto trimestre 2020.
A proposito di consumi, un aspetto sul quale è molto importante soffermarsi è la composizione del famigerato 32,9% annualizzato. Infatti, come rilevato dalla MBA (Mortgage Bankers Association, l’associazione nazionale USA che rappresenta il sistema del credito immobiliare USA), l’elemento nettamente preponderante che concorre a formare tale valore è determinato da un crollo nei consumi nel periodo delle più drastiche misure di lockdown, pari a -25,1%.
Parimenti, risulta molto interessante rilevare come gli investimenti nell’immobiliare residenziale siano tra le componenti meno colpite, con “solo” -1,8% annualizzato. Questo valore negativo è intuitivamente attribuibile all’impossibilità per clienti ed agenti di visitare e mostrare abitazioni in tempi di misure restrittive.
Sempre la MBA solo tre settimane fa (15 luglio) si attendeva una situazione peggiore, con:
- Crollo del valore del PIL USA annualizzato sul secondo trimestre del 34,6% (contro il 32,9%).
- Crollo degli investimenti nel settore immobiliare residenziale, che invece non c’è stato (al contrario, come abbiamo visto poc’anzi è uno dei comparti che in assoluto ha retto meglio all’emergenza).

Inoltre, dal terzo trimestre del 2020 e per l’intero 2021, le proiezioni sia per il PIL USA che per il settore “investimenti residenziali” siano tutte positive, delineando un vero e proprio rimbalzo in linea con quanto avevamo già paventato a suo tempo con particolare riferimento alle previsioni positive per l’immobiliare USA.

Concludendo, riteniamo sia importante contestualizzare questi dati rapportandoli in particolare a ciò che sta succedendo nel mercato immobiliare residenziale USA e, perché no, con un occhio di riguardo al rapporto Dollaro/Euro e la contingente scena politica americana.

L’effetto combinato di sblocco delle transazioni immobiliari, tassi d’interesse al minimo storico, e cambiamenti comportamentali degli americani come reazione indiretta allo smart working stanno trascinando in alto le vendite, soprattutto di immobili residenziali esistenti, +21% a giugno.
Questo forte aumento della domanda si scontra con l’endemico problema di scarsità dell’inventario immobiliare targato USA. Anzi, la disponibilità di case in vendita è ulteriormente diminuita anche a causa del lockdown con un -18,2% anno su anno.
Una dinamica che vede l’aumento della domanda scontrarsi con la diminuzione dell’offerta non può che avere effetto anche sui prezzi che già a maggio hanno registrato un +4,9% a livello nazionale.

Per quanto riguarda invece il mondo delle locazioni, come abbiamo visto, la pioggia di aiuti federali, tra l’altro in fase di rinnovo, hanno mantenuto ben stabili sia i rendimenti che i pagamenti degli affitti. Difatti, a giugno il 95,9% degli affittuari a pagato l’affitto.

Inoltre, è da tenere in considerazione anche l’attuale andamento del cambio Dollaro/Euro. Prima di salire sulle montagne russe, per tutto il corso dell’anno 1 Dollaro valeva circa 0,90 Euro, ora siamo a 0,85 Euro per 1 Dollaro. Sembrano solo centesimi, ma facciamo un esempio concreto: se si fosse acquistato un immobile a 100.000 Dollari a gennaio 2020 sarebbe costato 90.000 Euro. Ora invece costa 85.000 Euro.

Infine, non dimentichiamoci che a novembre ci saranno le elezioni presidenziali negli USA. Come abbiamo visto nell’ultimo episodio di “Coffee with OPISAS”, questa scadenza con molta probabilità apre una finestra temporale da qui a novembre in cui le condizioni che abbiamo elencato qui sopra potrebbero rimanere stabili. Successivamente invece il cambio potrebbe piano piano invertire la rotta, per esempio.

In questo particolarissimo momento economico, quindi, almeno per quanto riguarda gli investimenti immobiliari nel mercato residenziale USA con rendita da locazione, stare alla finestra ad aspettare il ritorno alla normalità oppure il momento di rottura, può essere un gioco più rischioso di entrare in campo e cogliere le attuali opportunità d’investimento.




OPISAS è una realtà internazionale specializzata nella vendita e intermediazione di investimenti immobiliari negli Stati Uniti. È attiva dal 2008, quando la crisi dei mutui sub-prime ha creato le prime grandi occasioni di acquistare in blocco gli immobili a prezzi estremamente convenienti, rinnovarli e affittarli, per poi rivenderli agli investitori internazionali. Dal 2008 OPISAS ha acquistato e venduto oltre 3.800 proprietà facendo percepire ai suoi investitori 295 milioni di dollari in affitti incassati. Oggi è presente in 3 continenti con 18 uffici, 3.000 partner commerciali e 600 eventi organizzati.


OPISAS – Overseas Property Investment Solutions And Services
Tel.:  02 87188230
www.opisas.com
info@opisas.com 
Skype: Opisas
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OLIVICOLTURA INNOVATIVA 4.0. AL VIA LA CAMPAGNA DI EQUITY CROWDFUNDING A SOSTEGNO DEL PROGETTO OLIVIAMO E DELL’ECCELLENZA MADE IN ITALY

A promuoverla è l’azienda agricola OlivOne con lo scopo di rilanciare un mercato in cui l’Italia è sì leader, ma non ancora in grado di soddisfare appieno la domanda interna, permettendo l’importazione di un prodotto in realtà autoctono e che proprio nelle nostre terre acquisisce un sapore unico. L’obiettivo di questa innovativa startup è massimizzare la resa e mantenere un’ottima qualità del frutto sfruttando tecniche ad alta densità, che stravolgono le classiche metodologie di potatura, irrigazione, trattamenti e raccolta a cui siamo abituati.  

Ad ospitare questo progetto avveniristico, che conta già una community di quasi 4000 persone che seguono l’iniziativa sin dalla nascita, CrowdFundMe, piattaforma di crowdinvesting autorizzata dalla CONSOB, tramite la quale tutti possono decidere di partecipare alla campagna di Equity Crowdfunding, nella massima trasparenza grazie ai dati messi a disposizione come Business plan, documenti societari, numero di finanziatori, capitale investito etc.

Come per le colture viticole, la tecnica ad alta densità vede le piante di olivo disposte su filari resi precisi attraverso particolari forme geometriche di potatura che, creando siepi produttive, facilitano la gestione e la raccolta.   A differenza dei metodi tradizionale e intensivo, nella tecnica superintensiva il processo è completamente meccanizzato. Le grandi macchine scavallatrici sovrastano i filari raccogliendo velocemente e delicatamente il frutto, riducendo così a sole 2 ore il tempo di raccolta per ettaro di terreno. Le olive possono essere portate immediatamente in frantoio, mantenendo intatto lo stato qualitativo dell’intero raccolto.

I costi al quintale si vedono ridotti al minimo: si va dai 117€ della tecnica tradizionale, ai 58€ di quella intensiva, fino ai 19€ di quella superintensiva. La produzione sale vertiginosamente e anche in questo caso si parte dai 28 quintali di produzione per ettaro del metodo tradizionale, ai 50 dell’intensivo, fino ai 130 del superintensivo.  

“La raccolta di capitali che porterà alla realizzazione del nostro progetto - sottolineano gli ideatori - ha un tetto di 2 milioni di euro. La tecnica superintensiva permette di abbattere drasticamente i costi di produzione preservando al contempo l’eccellenza e la qualità tipica di un prodotto made in Italy. Il modello di business, ampiamente consolidato e basato su un asset concreto, fa si che il ritorno sull’investimento per i futuri soci, possa essere basato sui dividendi estremamente convenienti che la StartUp potrà distribuire (dopo 5 anni o prima se si trasforma in PMI innovativa). Non ci sono da prevedere le fluttuazioni di mercato tipiche degli investimenti finanziari e non occorre sperare nell’esplosione della StartUp e alla successiva exit per ottenere dei guadagni. Investire nel progetto OliviAmo può portare ritorni medi stimati oltre al 30% annuo, per durate di 20-25 anni”.

Il Decreto Rilancio incrementa per persone fisiche, la detrazione fiscale che passa dall’attuale 30% al 50% della somma investita in aumenti di capitale di StartUp Innovative, il chè rende il momento storico ancora più ottimale per partecipare al progetto OliviAmo.


OliviAmo
Il team fondatore è composto da Filippo Maria Saccucci imprenditore e amministratore della società, Pietro Brundu imprenditore agricolo, Johnny Lodo responsabile Marketing e Comunicazione e Carlo Alfano responsabile per le tematiche organizzative e tecniche informatiche. A disposizione di tutti i soci verrà sviluppata una piattaforma che permetterà di monitorare da remoto in tempo reale i campi di coltivazione e l’andamento del proprio investimento. Investire in OliviAmo significa investire in economia reale.


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351 707 4112
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Dai tour 3D ai social media: le cinque mosse per vendere immobili di pregio nell’era post-Covid19 suggerite da Enrico Marchese Iezza (fondatore Arcase Group e tra le top100 personalità più influenti di Torino)

Enrico Marchese Iezza, fondatore di Arcase Group, la società immobiliare torinese leader a livello nazionale nel settore degli immobili di prestigio, e considerato dalla rivista Torino Magazine tra le 100 personalità più influenti nella città di Torino, ci racconta come vede il futuro di questo mercato e come le società immobiliari dovrebbero reagire alla crisi post COVID.

Una scelta sempre ampia e garantita quella delle proposte immobiliari di prestigio del nostro paese che oggi, più che mai, parla a tutto il pianeta e che può essere presentata a una clientela di calibro internazionale, con l’apertura verso mercati molto interessanti e con un potere d’acquisto decisamente differente da quello italiano.

Se è vero che l’immobile di pregio ha una maggiore percentuale di riuscita nelle vendite, è anche vero che per ottenere questi risultati è necessaria la presenza di una forte squadra specializzata nel settore e di strumenti digitali efficaci ed efficienti spendibili verso tutte le latitudini. La stessa Torino, città che ha dato i natali ad Arcase, può rappresentare un esempio di città dal fascino europeo, essendo uno dei posti migliori in cui vivere con una dimensione “media", tra il piccolo centro e le megalopoli, dimensione che funziona e riscuote più successo in Europa. Una città fatta di sostenibilità, verde pubblico e privato, personalità nel recupero di fabbricati dismessi, aree di eccellenza per lo studio, per la sanità, per l’insediamento di nuove imprese.

Ma ecco i cinque punti che secondo Enrico Marchese Iezza, osservatore storico del mercato immobiliare internazionale, possono fare la differenza e sui quali costruire il futuro della compravendita di immobili di prestigio.

1. DARE A CHI STA VENDENDO UN IMMOBILE DI PRESTIGIO TUTTO QUELLO CHE CERCA.
Esperienza, specializzazione, professionalità, servizi qualificati e personalizzati, riservatezza, possibilità di concordare strategie di comunicazione che possano anche, in base alle esigenze, escludere o includere uno o più canali.
Spesso gli immobili di prestigio sono immobili “di famiglia”, quindi il venditore più che una casa sta mettendo nelle mani dell’intermediario immobiliare il suo tesoro fatto anche di ricordi ed emozioni.

2. DARE A CHI STA COMPRANDO UN IMMOBILE DI PRESTIGIO TUTTO QUELLO CHE CERCA.
Un prodotto di qualità in cui riconoscersi: l’acquirente del prodotto di lusso fa parte di un esigente segmento di nicchia che si rivolge a professionisti affidabili e credibili. Ecco perché per lui è necessario fare davvero tutto il possibile e poi ancora qualcosa in più.

3. LA COMUNICAZIONE MULTI-CANALE PER RAGGIUNGERE IL MONDO INTERO.
La vendita di immobili di lusso segue canali specifici che combinano portafoglio clienti selezionati, collaborazioni e pubbliche relazioni a strumenti di pubblicità e comunicazione adatti al prodotto: dai siti di settore, a logiche di digital domination dinamica, dalle riviste specializzate che promuovono case e immobili di pregio alle monografie dedicate, dai social media, alla video content creation.
Lo strumento cartaceo, in un segmento di nicchia come quello degli immobili di prestigio, oggi è diventato uno strumento anch’esso di nicchia proprio perché siamo nell’era del digitale e si abbina bene al concetto di esclusività del prodotto casa di lusso. Pensare però di non essere online oggi sarebbe chiaramente impossibile: il mezzo digitale è indispensabile per mantenere i contatti acquisiti tenendoli sempre aggiornati, per instaurare nuove relazioni, per raggiungere e informare clienti altrimenti non raggiungibili con i mezzi tradizionali, avere dati importanti dal punto di vista strategico che permettano di conoscere il comportamento della clientela sulla base di vari segmenti demografici.

4. CURA DELL’IMMAGINE, DEI PICCOLI DETTAGLI CURIOSI E DELLA PRESENZA DIGITALE.
La promozione degli immobili di pregio non può prescindere da due elementi fondamentali: immagine e informazione. Gli acquirenti vogliono vedere e conoscere ogni dettaglio. Un servizio fotografico di qualità va sempre coordinato a descrizioni precise e dettagliate delle proprietà. Molte proprietà di prestigio spesso includono terreni e per dare maggio valore alla proposta si ricorre oggi alle riprese aeree con drone. Questo è fondamentale per dare al potenziale acquirente una visione a 360° del valore del prodotto proposto e per permettergli di “essere sul posto” anche quando si trova a chilometri di distanza. Ci racconta Enrico Marchese Iezza a questo proposito che “Noi di Arcase abbiamo scelto di vendere alcuni immobili di prestigio, specialmente durante il periodo del lock down forzato, attraverso un virtual tour. Un tour guidato e interattivo in cui l’utente può letteralmente entrare all’interno dell’immobile e fare un tour degli ambienti in completa autonomia: chiunque potrà godere di tantissime visite dell’immobile senza dover aprire la porta di casa! Un tour coinvolgente realizzato con una tecnologia VIRTUAL 3D in 4K, che fornisce un’esperienza iper-realistica e unica che sicuramente velocizzerà la vendita."

5. L’IMPORTANZA DELLE PERSONE NELL’INTERMEDIAZIONE.
L’intermediazione di proprietà immobiliari di pregio richiede preparazione e dedizione insieme a spiccate doti comunicative e capacità di presentazione dell’immobile. Il primo contatto con la persona e il feeling che si instaura con il cliente possono essere determinanti nella scelta finale. Il mediatore deve essere affidabile, sviluppare l’empatia e, soprattutto, essere in grado di comunicare al cliente che la società per cui lavora saprà soddisfare tutte le sue esigenze.
Un prodotto di prestigio deve essere proposto da professionisti di prestigio, efficaci, capaci di rispettare tempi e modalità adatte al target specifico dei beni di lusso. Spesso dietro ogni cliente esiste una famiglia che orienta il cliente nelle scelte e racconta motivi e obiettivi di un acquisto o di una vendita. Ecco perché non vanno mai dimenticati gli aspetti emotivi legati alla vendita o all’acquisto di un immobile soprattutto quando “la casa è di famiglia”.

[INSERIRE COMPANY PROFILE ARCASE GROUP]
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Le aziende cercano commerciali, operai specializzati e addetti al call center

Con la ripresa dell’attività produttiva, cambiano le offerte di lavoro pubblicate dalle imprese da aprile fino al 15 luglio su Applavoro.it. Sul podio salgono  commerciale (15,62%), operaio specializzato (8,91%) e addetto al call center (7,15%). Al quarto posto infermiere (5,99%).  

Le categorie comprendono le seguenti professioni: Commerciale - Racchiude tutti i lavori relativi ad agenti di commercio, impiegati commerciale, rappresentanti sia mono che plurimandatari. In sostanza si tratta di lavori a provvigione. 
Operaio specializzato - Comprende tutti i lavori come fresatore, addetto al tornio, cablatore di fibra, muratore, eccetera. Richiedono una qualifica di specializzazione, oppure molta esperienza nel determinato settore. 
Call Center - Comprende tutti i lavori di assistenza clienti, tele marketing, eccetera.
Impiegato amministrativo - Include tutte le offerte di lavoro per la ricerca di addetti alla contabilità, impiegati addetti alle paghe, revisori, ragionieri, eccetera.
Addetto alle vendite - Racchiude tutte le offerte di lavoro per commessi, banconisti, addetti alle vendite negli store di telefonia, informatica, eccetera: non si tratta di venditori a provvigioni, ma di commessi per negozi. 
Ingegnere - Da quello informatico al gestionale al civile eccetera. Il disegnatore meccanico è tra i più richiesti in questa categoria.   
*Nella TABELLA 1 indichiamo le percentuali delle professioni ricercate in Italia, dal 01/04 al 15/07


Gli annunci pubblicati nel periodo aprile-luglio vedono in testa l’Emilia Romagna (19,9%), seguita da Lombardia (14,1%) e Veneto (12,2%). Medaglia di legno al Piemonte (8,4%). 
*Nella TABELLA 2 la percentuale degli annunci pubblicati nelle singole regioni.


In dettaglio, gli annunci per infermiere e operaio specializzato sono al primo posto in Emilia Romagna (entrambi all’11,7%). Mentre la professione di commerciale è richiestissima in quasi tutte le regioni: Toscana (31,6%), Marche (27,3%), Liguria (22,7%), Lombardia (24,7%), Veneto (19%), Piemonte (12,1%), Lazio (14,3%). Le imprese della Campania, invece, chiedono soprattutto addetti al call center (27,5%); così  come la Sardegna (32,1%). In Puglia ci sono opportunità soprattutto come operaio specializzato (16,1%). In Friuli Venezia Giulia la ricerca di impiegati è la più frequente (20%), seguita da operai specializzati (16%). In Abruzzo sono molto richiesti i manutentori e gli operai specializzati (entrambi al 25%). Mentre in Calabria si registra un altro ex aequo: addetti al marketing e bagnini sono in testa con  il 13,3%.   
*Nelle TABELLE 3 - 4 e 5 le percentuali delle professioni richieste nelle varie regioni.


«Dalla dinamica degli annunci di questo periodo post lockdown – commenta Marco Contemi, imprenditore e fondatore di Applavoro.it – possiamo dedurre che le imprese hanno voglia di riprendere. La predominanza di ricerca di commerciali e addetti ai call center indica chiaramente che le aziende stanno cercando di incrementare i fatturati, prima di investire nella forza lavoro. Tuttavia registriamo l'assenza di ricerca di personale legato al turismo. Un segnale preoccupante. Confrontando i dati dello scorso anno, nello stesso periodo di riferimento, le differenze sono disarmanti: i portali di annunci nel 2019 erano letteralmente inondati di offerte di lavoro per animatori, bagnini, camerieri, receptionist, cuochi, eccetera. La speranza è che la stagione turistica venga prolungata e siano approvate misure per aiutare imprese e occupati del settore turistico. Il bonus vacanze potrebbe essere esteso o rimodulato; a oggi sono moltissime le strutture ricettive che hanno deciso di non accettarlo. Dovrebbero essere sospese per almeno un anno le tasse e i tributi da pagare, soprattutto per i settori maggiormente colpiti. E sicuramente si attendono misure atte a ridurre il costo del lavoro e dare un incentivo a chi assume in questa delicata fase di ripresa».
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La startup di video consulenze online HUKNOW lancia un secondo crowdfunding da 300mila euro per sbarcare sugli smartphone

Ha aperto ai primi di luglio il secondo Crowdfunding di HUKNOW, l’unica piattaforma online che permette di incontrare l’Esperto di uno specifico argomento in soli 3 minuti.

Il Crowdfunding è disponibile sul sito di Opstart, leader del crowdfunding nazionale, e ha l’obiettivo di raggiungere 300 mila euro, fondi che serviranno a sviluppare le app per smartphone e PC oltre che ad arrivare al grande pubblico con pubblicità mirata ma in grande scala.

L’idea alla base di HUKNOW è nata qualche anno fa, quando ancora nessuno aveva compreso le potenzialità del fare consulenze online senza dover perdere tempo per cercare professionisti né per spostarsi fisicamente da un ufficio all'altro. La conferma delle sue potenzialità è arrivata invece durante il lockdown quando era fisicamente impossibile raggiungere professionisti ed esperti e i meeting online erano l'unica possibilità.

Al primo giro di Crowdfunding dello scorso anno avevamo raccolto 200.000 euro andando in overfunding, ma soprattutto le quote erano finite e le richieste per diventare soci erano ancora molte – afferma Lamberto Cesaroni, fondatore di HUKNOW - a riprova che il nostro progetto interessa a molti. La dimostrazione delle nostre potenzialità, l’abbiamo avuta con il Covid dove tutti hanno imparato a comunicare in video call. HUKNOW è l'unico sito al mondo già pronto per lavorare davvero online. Ecco perché crediamo che investire nella nostra piattaforma sia vincente”

Per gli investitori le quote partono da 1.000 euro. Fino al 10 agosto sarà attivo il cosiddetto "early bird booking" che permetterà agli investitori di ricevere un bonus del 20%. Inoltre, grazie al Decreto Rilancio, gli investimenti in startup godono di un vantaggio fiscale del 50% (un esempio: fino al 10 agosto investendo 1.000 euro si ottengono quote per 1.200 e se ne possono recuperare 500 fiscalmente). Da fine settembre al 31 dicembre 2020 le quote saranno invece vendute al loro valore effettivo.



Huknow
La startup Huknow nasce nel 2017 da un’idea di Lamberto Cesaroni. Viene così fondata Interweb Srl unipersonale, direttamente come startup innovativa. Nel 2018 avviene la prima messa online del prototipo (funzioni limitate) con la possibilità di registrarsi come Esperti. Nel 2019 parte il 1° Crowdfunding dove vengono raccolti 200.000 euro . Con questi soldi parte lo sviluppo della nuova piattaforma, la crescita della community social e la costituzione del team, la pubblicazione dei video promozionali Youtube e sui social, partono le campagne di acquisizione degli Esperti. HUKNOW è online e funzionante con oltre 8.000 registrazioni, 5.000 Esperti di cui 2.000 pronti a erogare consulenze hanno completato il Profilo, le Attività e configurato il pagamento diretto (*Maggio 2020).

La campagna di Crowdfunding è su Opstart: https://www.opstart.it/progetto/huknow-round-2/

Tutte le informazioni sul progetto e sul Crowdfunding: https://www.huknow.com/crowdfunding

Huknow: www.huknow.com

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RECROWD LA PIATTAFORMA DI LENDING CROWDFUNDING IMMOBILIARE LANCIA LA NUOVA SEZIONE “ALTERNATIVE ASSET ALLOCATION”

RECROWD piattaforma di lending crowdfunding immobiliare ha sottoscritto un esclusivo accordo con LGV Srl, società appartenente al Gruppo JTD PARTNER, che ha portato all’introduzione sulla piattaforma di un prodotto innovativo in ambito immobiliare che consente di differenziare gli investimenti e, soprattutto, di rispondere alle esigenze diversificate di tutti gli investitori che ricercano prodotti alternativi più veloci nel rimborso, che siano allo stesso tempo anche sicuri in quanto non esposti a fattori esterni.  

Il nuovo prodotto, senza precedenti in quanto derivante da “Prodotti Derivati” dagli immobili, farà parte della categoria chiamata Alternative. La particolarità  totalmente inedita che lo caratterizza è che può essere equiparato ad un “acquisto sul venduto”; l’Agenzia delle Entrate rimborserà infatti un importo già certo e conosciuto al momento dell’acquisto del credito ed il margine sarà dato dalla differenza tra il prezzo pagato e quello d’incasso futuro che sarà rimborsato.     

I crediti, compresi quelli IVA, vengono maturati nel corso delle procedure fallimentari in seguito alla liquidazione dell’attivo e quindi degli immobili presenti. Questi crediti oltre ad essere verificati e dichiarati dal curatore sono anche certi liquidi, esigibili ed acquistati tramite atto notarile, previa autorizzazione del Giudice delegato al fallimento.    

Il prezzo di acquisto di ogni credito proposto è già stato pagato interamente e sono altresì già stati tutti chiesti a rimborso all’Agenzia delle Entrate. La raccolta è finalizzata a rendere liquidi una parte dei crediti, che devono essere rimborsati, senza attendere le diverse tempistiche delle Agenzie delle Entrate, per poter finanziare l’acquisto di nuovi crediti da altri fallimenti che devono chiudere la partita Iva entro il 31 dicembre di quest’anno.  

La particolarità di questa tipologia d’investimento è l’assenza del fattore di rischio relativo al rimborso o alla sua entità, essendo crediti certi liquidi ed esigibili; l’unica variabile è il tempo di rimborso che varia a seconda dell’Agenzia delle Entrate territorialmente competente; il tempo di rimborso si attesta mediamente da 4 a 12 mesi dalla data di notifica.   

Gli investimenti in crediti IVA da parte delle società del Gruppo JTD Partner sono sempre multi-originator; difatti anche quelli acquistati nel 2019, per un totale di € 150.622,79, da ricevere a rimborso -  e che saranno presentati sulla piattaforma per una raccolta parziale limitata ad un massimo di € 90.000 - provengono da 16 fallimenti su differenti Tribunali e differenti Agenzie delle Entrate.  

Gianluca De Simone
in merito al nuovo progetto ha commentato: “Il lancio di questi nuovi progetti e della categoria Alternative è il risultato di un'attenta e approfondita selezione delle aziende per fornire agli investitori della piattaforma un prodotto esclusivo. Il punto cardine del crowdfunding è proprio quello di rendere accessibile a tutti progetti che hanno un sottostante ricercato e redditizio.”  
Il progetto sarà presentato e lanciato il 9 luglio 2020, all'interno della piattaforma Recrowd, e permetterà di inaugurare una nuova categoria di progetto mai vista su altre piattaforme di crowdfunding.
Economia e finanza

Ricerca del lavoro. È caccia a un nuovo impiego sui portali web

Il periodo di isolamento e di smart working, ha incrementato la ricerca online di una nuova occupazione . Nei mesi di aprile, maggio e giugno 2020, sul portale Applavoro.it infatti è stato riscontrato un notevole aumento di iscritti che hanno attualmente un impiego.

«Il mondo del lavoro - spiega Marco Contemi, fondatore del portale - sta subendo degli stravolgimenti senza precedenti, tra il crollo del settore turismo e ristorazione, il lungo periodo di cassa integrazione e la crisi economica che purtroppo sembra solo all’inizio. Ma analizzando i dati di Applavoro.it  degli ultimi sei mesi, possiamo affermare che gli italiani non si arrendono e continuano a provarci. L’aumento di nuovi iscritti al portale, che supera il +30% a fine giugno, testimonia questa tendenza».   Inoltre tra marzo e aprile i disoccupati che si sono iscritti al portale sono calati del 15%, dato in linea con le statistiche ISTAT che vedono molti lavoratori passare da “disoccupati ad inattivi”. 

Per quanto riguarda i settori, i lavoratori iscritti al portale che operano nel campo della ristorazione,  nei mesi di gennaio e febbraio 2020 ricoprivano l' 8% degli iscritti totali.  Nel post coronavirus si registra un aumento del 120%. A maggio e giugno sono saliti al 18% degli iscritti totali. «Questo dato - sottolinea Contemi -  purtroppo rispecchia in pieno la grande crisi che sta attraversano il settore della ristorazione.  Moltissime attività non hanno riaperto dopo il Covid, facendo aumentare gli addetti ai lavori in cerca di occupazione in questo comparto». 

Gli iscritti al portale che lavorano  nel settore “arte, cultura e spettacolo” nel mese di gennaio e febbraio 2020 risultavano il 6 % del totale.  Nel mese di giugno invece scendono all’1%. Quindi si registra un fortissimo calo del 285% rispetto a gennaio.  In questo caso probabilmente molti degli addetti ai lavori hanno interrotto la ricerca di impiego, vista la totale paralisi del settore. Il numero di iscritti di utenti che lavorano nel settore alberghiero  ha subito un calo durante la pandemia, per poi segnare una forte crescita  a giugno con un  + 84% di iscritti sul totale.  Questo dato coincide con la riapertura di molti strutture alberghiere, soprattutto nelle località turistiche. Riguardo gli utenti che lavorano nel campo degli "artigiani - operai”, nel mese di giugno si è riscontrato un calo del 40% rispetto ai mesi di gennaio e febbraio. Questo dato potrebbe essere frutto della riapertura di tutte le aziende che si occupano di produzione, le fabbriche, il settore agroalimentare.  Con conseguente aumento della richiesta di forza lavoro, fattore che ha fatto calare il numero di disoccupati in questa categoria professionale. 

Per quanto riguarda i dati demografici, in piena emergenza sanitaria si registra una forte impennata di utenti nella fascia di età 45-54 anni con un + 40%.  Anche nel mese di giugno il trend continua a essere in crescita, riportando un +  12% rispetto ai mesi di gennaio e febbraio.  Questo incremento va di pari passo con una diminuzione di nuovi iscritti della fascia di età 18-25 anni, che sicuramente si sono maggiormente demoralizzati, essendo già la fascia di età con il maggior tasso di disoccupati  anche prima del Covid-19. 

Per quanto riguarda il titolo di studio, nei primi sei mesi del 2020 è stato riscontato un importante aumento di nuovi iscritti in possesso di laurea, del 77%. Anche questo dato è sicuramente frutto della grande incertezza che vivono oggi i nostri neo laureati, dovuta anche alla difficoltà attuale di valutare possibilità di impiego all’estero.

«Oggi più che mai - conclude Contemi - è fondamentale per le aziende riuscire a individuare la risorsa più idonea alle proprie esigenze, con il minor sforzo possibile e ,al contempo, è diventato indispensabile per i candidati riuscire a trasmettere alle aziende le proprie reali capacità e competenze e le tanto richieste soft skill.  Insomma abbiamo bisogno più che mai di riuscire a facilitare l’incontro tra  la domanda e l’offerta. Non solo per abbassare l’allarmante tasso di  disoccupazione, ma anche al fine di migliorare sempre di più la qualità dei servizi offerti dalle imprese italiane.  Siamo quindi molto orgogliosi che il portale applavoro.it stia crescendo in modo esponenziale, che tantissimi lavoratori stiano iniziando a farsi recensire dalle aziende e stiano realizzando delle videopresentazioni professionali. Sono certo che questi siano i fattori alla base di un mondo del lavoro meritocratico, che possa dare nuovo slancio e tante nuove opportunità ai lavoratori italiani, soprattutto in un momento storico di incertezza come quello attuale».
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L‘imprenditore messinese Roberto Ruggeri entra nel Forbes Business Council

Roberto Ruggeri è stato selezionato da una commissione per il suo profondo background multidisciplinare e la varietà della sua esperienza professionale: tra i criteri di ammissione all’organizzazione ci sono uno storico di crescita del business, traguardi, riconoscimenti personali e professionali di successo.  

Imprenditore seriale, marketing strategist, innovatore, socio del gruppo di business angel più importante d’italia Italian Angels for Growth di cui fa anche parte del comitato digtial expert. Ha fondato diverse aziende di successo sfruttando il potere del marketing digitale tra cui il pluripremiato brand online Diretta.it, gestendo marketing e sales per 10 anni, un successo partito da zero e arrivato a +10 milioni di visitatori e 350 milioni di pagine viste al mese.Con oltre 18 anni di esperienza nel settore dei media e la capacità di gestire progetti multidisciplinari, attraverso aziende personali, ruoli a tempo pieno e attività di consulenza, Roberto ha costruito e plasmato prodotti digitali, brand architecture, strategie media ed esperienze, lavorando con svariate aziende.
Possiede e gestisce oltre 10 aziende di varie industry tra cui media, sport, fashion e food&beverage.

“Siamo onorati di dare il benvenuto a Roberto Ruggeri nella community,” dichiara Scott Gerber, founder del Forbes Councils “La nostra mission con i Forbes Councils è di far collaborare imprenditori e manager di successo con persone e risorse che possano aiutarli a portare avanti le loro idee e i loro progetti.”  
Come associato del Council, Roberto entrerà in contatto con altri leaders internazionali in un forum privato e avrà accesso a eventi riservati. Inoltre sarà invitato a lavorare con team editoriali per condividere i suoi insights in articoli pubblicati su Forbes.com e a contribuire alla pubblicazione di Q&A panels con altri esperti.  

“Sono onorato di entrare a far parte della community di Forbes e felice di contribuire a uno dei più prestigiosi business circles del mondo. Un ringraziamento a Forbes e al comitato di selezione per il riconoscimento.”  ha dichiarato Roberto Ruggeri.

FORBES COUNCILS
I Forbes Councils sono comunità a inviti, create in partnership con Forbes e i fondatori dello Young Entrepreneur Council (YEC). Nei Forbes Councils, eccezionali leaders internazionali si riuniscono per avere un impatto ancora maggiore nel mondo del business.  

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CHI ODIA PAGA CHIUDE CON SUCCESSO LA CALL PER ASSOCIAZIONI “UNA BUONA CAUSA” E CHIAMA A RACCOLTA LE AZIENDE PER RAFFORZARE IL CONTRASTO ALL’ODIO ONLINE

Milano – Chi Odia Paga (COP) è la prima piattaforma legaltech italiana in grado di difendere sia legalmente che informaticamente le vittime di odio online. Chi Odia Paga non è solo una startup tecnologica ma è anche la prima realtà legaltech a vocazione sociale che coinvolge, tramite il crowdfunding, l’intera società civile per prevenire e contrastare la diffusione dell’odio online.

Una Buona Causa: parte il crowdfunding del primo progetto contro l’odio online

“Una Buona Causa” è la call for ideas periodica di COP, rivolta a tutte le associazioni italiane, con l’obiettivo di stimolare tramite il crowdfunding la creazione e lo sviluppo di iniziative di prevenzione, sensibilizzazione ed educazione per contrastare l’odio online. Dodici i progetti candidati alla prima edizione della call chiusa a fine giugno tra cui è stato selezionato, con una votazione online che ha coinvolto quasi 3.000 votanti, il progetto “New Wild Web – Le armi del cyberbullismo”: spettacolo teatrale dedicato al tema del cyberbullismo di carattere interattivo e multimediale messo in scena dalla compagnia Puntozero di Milano composta da giovani detenuti.

Chi Odia Paga: un approccio integrato

Uno degli obiettivi di Chi Odia Paga è quello  di creare una “rete del bene”, capace di accogliere tutti gli attori della società civile che possano e vogliano contribuire non solo alla creazione di iniziative specifiche ma, soprattutto, educare gli utenti a un uso consapevole dei social media ricordando, come sottolinea Francesco Inguscio CEO di COP, che “per fermare l’odiatore serve la legge e chi la sa applicare, per fermare l’odio serve l’educazione e chi la sa diffondere”.

Un approccio inclusivo e integrato quindi quello che sta alla base della soluzione proposta da Chi Odia Paga per contrastare il problema dell’odio online che dilaga in rete: una piattaforma legaltech per applicare la legge a difesa delle vittime e una rete di associazioni e progetti di formazione e sensibilizzazione per prevenire l’odio online sostenuti dalla Rete attraverso il crowdfunding. Ai fondi raccolti e derivati dal crowdfunding si affiancheranno le donazioni di aziende e fondazioni che vogliono sostenere in matching grant queste iniziative e offrire difese legali gratuite alle vittime di odio online.


“Donate Profit To Stop Hate”: la risposta italiana a “Stop Hate For Profit”

In questi giorni è in corso la campagna “Stop Hate For Profit” [ndr: ferma l’odio per il profitto], aderendo alla quale moltissime multinazionali tra cui Coca-Cola e Unilever hanno tagliato temporaneamente i propri budget pubblicitari destinati ai principali social media rei, a loro avviso, di non fare abbastanza per censurare i messaggi d’odio che si diffondono in Rete. “Donate Profit To Stop Hate” [ndr: dona il profitto per fermare l’odio] è la risposta propositiva di Chi Odia Paga attraverso la quale in Italia le aziende possono donare sistematicamente parte dei loro profitti per contrastare l’odio, dimostrando di avere responsabilità sociale e sostenendo iniziative di educazione, prevenzione e contrasto all’odio online e agli haters.  

Cosa possono fare concretamente le aziende che vogliono aderire?

Aziende e Fondazioni che vogliono prendere posizione sui temi dell’odio online in modo propositivo e costruttivo possono aderire alla campagna #DonateProfitToStopHate e sostenere altri progetti al momento presenti su “Una Buona Causa  che attendono solo un partner per poter partire: faranno del bene alla società civile e dimostreranno con i fatti di avere una vera corporate social responsability.



COP ​è una startup innovativa a vocazione sociale lanciata a Milano nel 2018 dal venture accelerator Nuvolab, con il finanziamento di Oltre Venture e l’advisory legaltech di LT42. Tramite la piattaforma legaltech Chi Odia Paga si prefigge l’obiettivo di difendere i bersagli di odio online rendendo fruibile direttamente online l’accesso a tutte le azioni necessarie per rispondere legalmente agli attacchi degli hater di cui l'utente è vittima.